Alla scoperta del carnevale in Abruzzo: quali sono le mete più belle e come raggiungerle
Si dice che l’Epifania tutte le feste porti via, eppure c’è un’altra ricorrenza amatissima da grandi e piccini che arriva poco dopo: stiamo parlando del carnevale, celebrato in ogni regione d’Italia con riti e tradizioni antichissime, in grado di conciliare credenze popolari, rituali pagani e religione in un perfetto mix di allegria, danze, colori, musica e buon cibo.
Un territorio che in particolare vanta caratteristici festeggiamenti per il carnevale tra i più belli e antichi del nostro Paese, è senza dubbio l’Abruzzo.
Ecco, quindi, 4 tappe imperdibili che permettono di vivere appieno la magia e la suggestione del carnevale in Abruzzo da raggiungere in pullman, in un viaggio alla scoperta della festa più divertente dell’anno.
Come si festeggia il carnevale in Abruzzo e la leggenda di Frappiglia
Il carnevale abruzzese ha il sapore di tradizioni e rituali antichi legati al lavoro nei campi, al mondo contadino, al risveglio della natura e al ritorno alla prosperità dopo il lungo e rigido inverno.
Nel periodo del carnevale, ricco di abbondanti festeggiamenti che precedono le privazioni quaresimali, le strade si riempiono di carri allegorici creati dai maestri cartapestai locali, maschere tradizionali e moderne, danze allegre come il Saltarello, rituali propiziatori antichissimi, musica e canti, profumi di frappe e cicerchiate, coriandoli e tanta allegria.
Il fortissimo legame tra questa festa e la cultura contadina, lo si ritrova anche nella maschera che più di tutte simboleggia il carnevale abruzzese: Frappiglia, il cui nome deriva da “fratè” (fratello) e “piglia” (prendi) a simboleggiare l’atto tipico del mondo contadino di offrire del cibo ai propri ospiti.
La tradizione narra che Frappiglia abbia venduto la sua anima al diavolo in cambio di un piatto di pasta. Grazie alla sua scaltrezza e saggezza, tipica dei contadini, però, riesce a fare testamento davanti a un notaio e ai rappresentanti di inferno e paradiso, eleggendosi unico erede del suo bene più prezioso, la sua stessa vita, obbligando così il notaio a disporre il suo ritorno nella terra dei vivi.
Frappiglia riesce così ad ingannare il diavolo, ma dovrà portare per sempre i segni del suo viaggio tra i due mondi: una camicia bianca per ricordare il paradiso, un abito grigio sfrangiato con lingue di fuoco e una voglia sul volto per ricordare l’inferno.
Carnevale in Abruzzo: 4 tappe imperdibili da fare in pullman
Tutti i comuni della regione, dai più grandi ai più piccoli, ogni anno festeggiano il carnevale portando avanti usanze e tradizioni antiche tra riferimenti moderni e attuali.
Se stai pensando di organizzare una gita in Abruzzo, ecco 4 città da non perdere durante il periodo del carnevale:
- Francavilla al Mare. Qui il carnevale, conosciuto anche come il carnevale d’Abruzzo, si festeggia dal 1948 nel corso centrale del paese con una sfilata di carri allegorici, costruiti dagli abili cartapestai del luogo e ispirati, in chiave caricaturale, a personaggi o eventi di attualità. A capo della sfilata c’è un’altra maschera tipica del carnevale abruzzese: Patanello, personaggio ispirato a Zi Patanè, un ciabattino abruzzese, stravagante e carismatico, vissuto tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, famoso i suoi scherzi e per il suo amore per il vino e la baldoria.
- Montorio al Vomano. In questo comune in provincia di Teramo è tradizione sdrammatizzare il giorno delle Ceneri inscenando le esequie del re Carnevale, usanza ricordata anche da D’Annunzio. Il pazzo sovrano, simbolo di corruzione e malgoverno, viene processato, condotto per le vie del paese e poi bruciato al rogo come simbolo di purificazione dal male e rinascita e come rito propiziatorio per l’abbondanza dei raccolti. Il tutto avviene sotto gli occhi di un corteo di maschere vestite a lutto, della vedova dolorante (interpretata da un uomo) e del pubblico divertito.
- Chieti. Per i 5 giorni che precedono il mercoledì delle Ceneri, per le vie di Chieti cittadini e turisti si divertono a ritmo di musica e canti, tra balli, carri e maschere, come quella del Pulcinella abruzzese: questa figura, un po’ magica e tipica della tradizione teatrale, è caratterizzata da tanti elementi ricorrenti, come la mazza coi nastri variopinti, casacca e pantaloni larghi e bianchi, gli stivali e il cinturone, il gigantesco cappello a cono, ricco di fiori e nastri colorati che rimanda all’unione tra terra e cielo e il campanaccio, emblema di fertilità, il cui suono ricorda quello della transumanza.
- Ortona. Il carnevale ortonense attrae ogni anno moltissimi visitatori con il suo corteo carnevalesco che risale al XVI secolo e la sfilata di bellissimi carri allegorici ricca di figuranti, maschere di ogni tipo, musica dal vivo, canti, balli e tanta allegria.
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